Storie dal cassetto della biancheria: la canottiera.

Sapete che ogni lavoro necessita di studio continuo, e il mio di certo non fa eccezione.

Anche dopo tanti diplomi io continuo a studiare a ad aggiornarmi, e mi piace anche molto.

E il bello è che tante cose le posso condividere con voi.

Quindi in questo articolo parliamo di un capo che fino ai trent’anni si schifa proprio, ma dopo ne riconosciamo i numerosi vantaggi: la canottiera.

Partiamo dall’etimologia

La canottiera è un capo storico, che prende il nome dallo sport del canottaggio, dove era, ed è tuttora, usata dagli atleti. Il termine italiano canottiera proviene proprio da canotto.

È un indumento simile a una maglietta, dotato di un’ampia scollatura ma privo di maniche. Il suo successo in questo sport deriva proprio dalle spalline strette che permettono al canottiere di poter svolgere la sua attività con le spalle libere.

Storia

La leggenda vuole che la mancanza del collo e delle maniche fosse dovuta ad uno scatto di rabbia del nobile francese Jean Des Fauches che prese la sua camicia e strappò via queste fastidiose appendici, dando origine alla canottiera.

Altri dicono, però, che sia stato un generale norvegese, Henrik Brun, a ricavarla da una rete da pesca.

La storia, invece, ci riporta al 1860, quando Napoleone III decise di riqualificare l’immenso mercato di Les Halles, trasformandolo da un mercato all’aperto ad uno al coperto. Dopo questa trasformazione, le migliaia di uomini e lavoratori che erano impegnati a scaricare la merce fresca in notti fredde e umide, necessitavano di un capo specifico e funzionale.

Avevano bisogno di libertà di movimento sulle braccia, ma anche di un capo che li proteggesse dall’umido e dalle correnti d’aria. Ed è stato così che uno di loro si ingegnò, indossando una maglia di lana senza maniche.

Da quel momento, in tutto il mercato di Les Halles, gli operai iniziarono ad usare questa pratica maglia senza maniche. Le voci di questa novità giunsero fino alla Loira, più precisamente a Roanne. dove aveva sede il maglificio Marcel diretto da Marcel Eisenberg.

Che decise sull’onda di questa nuova tendenza di produrre in modo industriale la canottiera. Il nome di questo nuovo capo fu: Marcel. Da questo momento in poi, operai, contadini, soldati e scaricatori di porto fecero di “Marcel” un capo indispensabile per la loro vita di tutti i giorni.

E poi?

Con il boom economico degli anni ’50, la canottiera si evolve e passa da capo pratico e funzionale a capo d’abbigliamento vero e proprio.

Sempre in questo periodo e grazie al boom economico, la canotta passò da indumento strettamente pratico e funzionale a capo d’abbigliamento privilegiato e ideale per le vacanze. I francesi la adottarono come protagonista indiscussa del loro abbigliamento estivo per le vacanze in spiagge calde e assolate. E privilegiavano, ovviamente, la versione in cotone e dalla silhouette più stretta ed attillata.

È stata portata alla ribalta nel cinema, e divenne famosa grazie ad alcuni film.

Tra i più famosi troviamo Fronte del Porto con Marlon Brando, Rocky con Sylvester Stallone e per Die Hard con Bruce Willis. Ancora una volta il cinema è stato cruciale nel rendere celebre un capo di abbigliamento. Un po’ come per la t-shirt.

Indubbiamente questo capo ha saputo mettere in risalto la fisicità e la mascolinità. E la canottiera un po’ sporca e un po’ strappata ha donato l’allure del “duro” a tantissimi personaggi.

Negli anni ’80/’90 questo capo entra in modo prepotente nelle collezioni dei più grandi stilisti.

Anni ’80 con Jean Paul Gaultier che propose l’inedita accoppiata di tshirt e canotta, diventando un cult nella moda di quegli anni. Dolce & Gabbana, più tardi. Negli anni ’90 nel corso di una sfilata, mandò in passerella, nello stesso momento, circa 50 modelli che portavano una canotta. Particolarmente scollate e aderenti per evidenziare i corpi dei modelli.

E le donne?

In un primo tempo, la canottiera faceva parte del guardaroba della donna solo come capo sportivo. Era spesso usata durante i tornei di tennis in quanto era, indubbiamente, molto pratica.

Ben presto però questo capo sportivo si evolve. Soprattutto, entrando nella sfera femminile, diventano possibili innumerevoli fantasie e creatività. I principali stilisti lo trasformano da capo anonimo ad uno molto più sexy, in grado di mettere in risalto la sensualità femminile.

La forma della canotta ed i tessuti iniziano ad essere più ricercati e disparati; dal taglio ampio si passa a modelli svasati ed attillati, che danno risalto le forme del corpo. Anche i tessuti cambiano; si passa dal cotone alle fibre elasticizzate come il micromodal. Si arriva velocemente ai pizzi e alla seta, e si annovera la canotta come capo di lusso.

Tipologie

Le tipologie sono, inutile dirlo, innumerevoli. Così come le varianti:

  • Fibre: cotone, lana, modal, viscosa, lana e sete, seta, filo di Scozia, poliestere.
  • Tessuti: raso, satin, jersey e magline più o meno elasticizzate e più o meno confortevoli.
  • Forme: ampie, aderenti, più o meno scollate, scollatura a girocollo o a V, spalla stretta, media o larga, lunghe, corte.
  • Abbellimenti come pizzi e fiocchetti, soprattutto nelle canotte da donna.

Curiosità curiose

Pensate che qualche tempo fa il prestigioso Timesdi Londra ci informava che presto la canottiera sarebbe sparita dagli scaffali dei grandi magazzini e dei negozi. Questo a causa di un vertiginoso calo delle vendite e probabilmente determinato sapete da cosa?

Secondo sempre il Times dalla frustrazione di mogli e fidanzate, stanche di vederla indossata con malagrazia dai loro compagni, spesso privi dei necessari fisici. Realtà o fantasia?

Celebre anche la canotta indossata da Freddy Mercury dei Queen, con grande disinvoltura aggiungerei.

Infine…

Pensate che si trova soprattutto in zone dal clima tropicale, perché ovviamente si presta come indumento per le alte temperature. In Europa invece l’utilizzo è diverso ed è diffuso principalmente nel sud, attorno al Mediterraneo.


Riflettendoci sembra non avere senso perché dovrebbe proteggere dal freddo. Però dove le temperature sono più rigide, al nord Europa, la canottiera è un capo che non viene proprio considerato perché ci si copre con un vestiario più pesante. Giacche tecniche, maglie termiche ed il problema è risolto.

Invece dove il clima è mite con sbalzi di temperatura considerevoli questo indumento jolly infilato sotto gli abiti risolve ogni incertezza su come vestirsi. E ripara dalle infreddature!

Ed eccoci quindi giunti alla fine dell’approfondimento, scommetto che ora guarderete la canotta con altri occhi. E magari la indosserete più volentieri!

Ci vediamo presto con il prossimo approfondimento!

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