Stilisti che hanno fatto la storia: Gianni Versace.

Ciao a tutte e tutti, come state?

Nuovo appuntamento con la rubrica dedicata agli stilisti, questa volta vorrei parlarvi di Gianni Versace, l’inventore delle omonime stampe barocche. Personalmente le amo moltissimo!

Prendete i viveri e partiamo.

Biografia

Giovanni Maria Versace nasce a Reggio Calabria il 2 dicembre 1946. E’ stato uno stilista e imprenditore italiano, fondatore della casa di moda Versace. Secondogenito dopo Santo, precede la sorella Donatella.

Ha i primi contatti con il mondo della moda fin da giovanissimo, lavorando infatti nell’atelier della madre, sarta di professione. Lo potevate trovare al nº 13 di via Tommaso Gulli nei pressi del Duomo, dove per alcuni anni è stata la boutique Versace.

Lui stesso amava dire: «Reggio è il regno dove è cominciata la favola della mia vita: la sartoria di mia madre, la boutique d’Alta Moda. Il luogo dove, da piccolo, cominciai ad apprezzare l’Iliade, l’Odissea, l’Eneide, dove ho cominciato a respirare l’arte della Magna Grecia.» ( febbraio 1992)

All’età di 14 anni frequenta il liceo classico Tommaso Campanella, ma senza portare a termine gli studi. All’età di venticinque anni, si trasferisce a Milano per lavorare come disegnatore d’abiti, creando le prime collezioni per Genny, Complice e Callaghan.

Nel 1975 presenta la sua prima collezione di abiti in pelle per Complice. Due anni dopo, al Palazzo della Permanente a Milano Gianni Versace presenta la prima collezione donna firmata con il suo nome.

L’anno seguente Versace incomincia una fortunata collaborazione con il fotografo americano Richard Avedon e nel 1982 vince l’Occhio d’Oro come “migliore stilista 1982-83 collezione autunno/inverno donna”.

Questo sarà primo di una lunga serie di riconoscimenti nella sua carriera.

In questo periodo Versace introduce quegli elementi metallici che diventeranno poi un classico della sua produzione. La maglia metallica che si muove però come un tessuto è una sua invenzione, e vive ancora oggi. È l’oroton, leggera e confortevole nonostante la materia prima a tutti gli effetti metallica.

Foto: elle.com

Logo

Il logo della casa di moda è la Medusa, ancora oggi. Lo diventa nel 1993. Gianni Versace la scelse per varie ragioni: omaggiare la sua terra, la Magna Grecia; richiamare nei suoi capi, la seduzione, l’attrazione e la vanità di questa figura mitologica; infine essere un buon auspicio, affinché le sue creazioni fossero eterne ed intramontabili come il mito stesso.

Stile

Lo stile Versace è forte, appariscente e ricco, fatto di stampe dorate, barocche e leopardate. Eccessivo, pieno di contrasti e colori accesi, fluo, glamour e deciso. Pieno di accessori e logato in ogni dove. Certamente sfavillante. Nasce il glamour dionisiaco, in bilico tra barocco, rock e pop: una creatività che esalta la sensualità e carnalità, nonché la totale assenza – in senso artistico – di ogni freno inibitore.

Per farvi capire meglio il clima di quegli anni, il mito vuole che Gianni Versace un giorno disse a Giorgio Armani “Tu vesti le donne di chiesa che vogliono essere eleganti, io vesto le prostitute”.

E questo suo modo di vedere le donne in possesso del proprio erotismo, sicure, fece molto scalpore, e la critica non lo accolse benissimo. All’inizio.

Amava mixare sacro è profano, ma amava anche profondamente le donne, la sua musa era la sorella Donatella. Disegnava lui stesso le stampe dei tessuti, e ancora oggi si attinge dal suo archivio perché è assolutamente al passo con i tempi.

Da questa maestria nel saper mixare sacro e profano, pizzo e pelle, borchie e seta, spilloni e magline aderentissime e finemente drappeggiate, è scaturito uno stile che ancora insegna. Il tutto confezionato in modo esemplare, ricordiamoci che si definiva sarto e non stilista.

Gianni Versace inventó un modo di essere donna vitalissima, coloratissima, trasgressiva e capace di eccedere. Prostituta o suora, lui sognó la sua donna, diede corpo ad uno stile che ha ancora tanto da insegnare alle future generazioni di couturier. Troppo bravo, troppo amato ( e adorato dalle sue modelle Naomi, Linda Evangelista, Claudia Schiffer, Carla Bruni, che rese delle star ) troppo sartoriale, troppo glamour , Versace fu veramente troppo di tutto.

La storia d’amore con il teatro

Contemporaneamente, come tanti suoi colleghi prima di lui, avvia una lunga serie di collaborazioni con l’ambiente del teatro; disegna i costumi per Josephslegende di Richard Strauss (scenografia curata da Luigi Veronesi).

Nel 1983 crea i costumi per il Lieb und Leid di Gustav Mahler, e il suo nome è protagonista a È Design, presso il Padiglione d’arte contemporanea di Milano, dove espone una sintesi delle sue ricerche tecnologiche nel campo della moda.

L’anno successivo crea i costumi per il Don Pasquale di Gaetano Donizzetti e per il Dyonisos, diretto da Maurice Béjart al Piccolo Teatro di Milano. In questa occasione viene preparata una triptych danse in onore del lancio del profumo Versace l’Homme.

A Parigi, in occasione della presentazione europea del profumo, alla mostra di arte contemporanea vengono esposti lavori di artisti internazionali legati al nome di Versace, e allo stile della sua moda.

Riconoscimenti

Nel 1986 il Presidente della Repubblica Italiana Francesco Cossiga conferisce a Gianni Versace il titolo di Commendatore delle Repubblica Italiana.

Il National Field Museum di Chicago presenta una mostra retrospettiva sul lavoro di Versace dell’ultimo decennio.

A Parigi viene celebrata la collaborazione fra Versace e molti fotografi internazionali come Avedon, Newton, Penn, Weber, Barbieri con la mostra Gianni Versace Obiettivo Moda. In questa ambientazioneil capo di Stato francese Jacques Chirac gli assegna l’onorificenza Grande Medaille de Vermeil de la Ville Paris.

Quando, nel 1995, Versus, la linea giovane di casa Versace, esordisce a New York, finanzia la mostra d’alta moda del Metropolitan Museum of Arts e quella dedicata alla carriera di Avedon.

Collaborazioni

Come già accennato, Vrsace ha fatto numerose collaborazoni con nomi illustri. Per le sue campagne pubblicitarie e le sue sfilate Gianni Versace ha sempre fatto uso dei più celebri fotografi (in particolar modo Richard Avedon, Bruce Weber., Herb Ritts, Doug Ordway e Steven Meisel).

E delle modelle più in voga del momento, divenendo così il maggiore artefice del fenomeno delle top model. Per lui hanno sfilato (e sono apparse nelle campagne pubblicitarie della maison) Linda Evangelista, Naomi Campbel, Claudia Schiffer, Yasmeen Ghauri, Christy Turlington, Stephanie Seymour, Cindy Crawford, Helena Christensen, Nadja Auerman, Carla Bruni, e Karen Mulder.

Versace è da sempre stato molto legato anche al mondo della musica, e amico di numerose rockstar. Versace ha utilizzato tre volte la cantante Madonna come testimonial delle sue campagne pubblicitarie. In Italia, tra il 1980 ed il 1983 è stata Loretta Goggi la prima artista italiana a sfoggiare abiti firmati da Gianni Versace, indossati in molte occasioni pubbliche e televisive.

Assassinio

La mattina del 15 luglio 1997 Versace venne assassinato con due colpi di pistola sugli scalini della propria abitazione a Miami Beach. I primi a soccorrerlo furono il suo compagno, Antonio D’Amico, e l’amico Lázaro Quintana. Dell’assassinio fu incolpato Andrew Cuannan, un tossicodipendente, dedito alla prostituzione omosessuale, sospettato di aver assassinato in precedenza altre persone, e per questo da tempo ricercato. Andrew Cunanan non poté essere interrogato, né a suo carico fu istituito un processo, perché fu trovato morto alcuni giorni dopo su una casa galleggiante in una baia.

Il corpo di Gianni Versace fu cremato a Miami e l’urna con le sue ceneri venne deposta nella tomba di famiglia, nella villa sul Lago di Como. In seguito venne spostata nel cimitero di Moltrasio quando la villa fu venduta.

Dopo la sua morte e attualmente, l’anima di Versace è la sorella Donatella, anche se la roprietà attualmente è americana e fa capo a Michael Kors

Spero vi siate divertiti a leggere la sua storia come me a scriverla, e spero anche di esservi stata utile, a presto!ù

(Foto: lettore.org, iodonna.it)

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