Oggi ti racconto la moda anni ’90

Qualche articolo fa vi ho raccontato la moda anni 2000, e oggi invece continuiamo ad andare indietro nel tempo e parliamo della moda anni ’90. Assieme allo stile anni 2000 sta tornando prepotentemente, lo possiamo vedere nelle recenti sfilate di Prada e Blumarine, ma anche in tanti video musicali e trend sui social.

Quindi per chi è nato dopo e per chi h voglia di un viaggio nostalgico, allacciate le cinture e partiamo.

Doverosa premessa: si usciva dai roboanti ed eccessivi anni ’80, la moda era decisamente più minimal, e probabilmente, come mi ha fatto notare una fi voi su IG, era un mood necessario.

definizione

La moda degli anni ’90 ha subito molti sconvolgimenti; la recessione dei primi anni ’90 porta a un rifiuto della moda materialista ostentata degli anni ’80, è oscura e concettuale. La guerra del Golfo ha segnato un calo dell’alta moda e delle vendite di abiti, accessori e profumi nei negozi duty-free. Come se volessero guardare al passato, molti designer e marchi stanno rivisitando elementi chiave degli ultimi trent’anni. Gli anni ’60 e ’70 hanno ispirato diverse collezioni.

Parliamo di un meltin’pot di stili che ha preso ispirazione da mondi diversi, a volte opposti, ma che ha dato vita a un casualwear indimenticabile.

Camicie a quadri, tartan o check e cardigan oversize aperti su t-shirt vintage, stile tipico del Grunge, il genere musicale portato alla ribalta da gruppi come Nirvana, Pearl Jam e Soundgarden. Ai piedi le immancabili Converse. Il tutto abbinato a jeans slavati e strappati.

Foto: Style magazine – Corriere della Sera

Abito sottoveste, detto anche slip dress. In tutte le salse, i modi, gli stili, i colori. Portato a pelle nuda, ovviamente, decisamente un capo difficile. Allergico al reggiseno e quindi alle taglie superiori alla prima. Spesso erano anche trasparenti, torna infatti anche il nude look.

Foto: La sfilata Versace Diamonds Are Forever del 1999.Getty Images

Jeans a vita alta, con linea della gamba normale e quasi maschile, in denim rigido e tutt’altro che elasticizzato. Indossati con la t-shirt over o maschile portata rigorosamente dentro i pantaloni. Si usavano anche cinture alte, in pelle e borchie o con fibie elaborate.

Foto: Phantomag.

Top sportivo aderente, ombelico su pancia piatta rigorosamente fuori, abbinato a pantaloni della tuta meglio ancora se con la banda laterale a contrasto. In questi anni la vita era ancora da normale ad alta, ma come abbiamo visto, lo stesso capo negli anni 2000 avrà la vita bassissima.

Foto: Phantomag.

Gonne midi di satin o comunque tessuti leggeri, a volte in due strati, oppure leggermente a godet o svasate. Abbinate a piccoli top lineari, con bretella sottile. Oppure a bretella larga e girocollo, in colori pastello, o neutri.

Foto: Amica

La salopette, in jeans, portata over anche quella, e mezza slacciata. A volte anche slacciata del tutto, e mentre le ragazze non avevano problemi ad indossarla slacciata perchè i fianchi la tenevano su, ai maschietti non andava altrettanto bene. E per evitare spiacevoli scivolamenti, mettevano una cintura.

Foto: Cosmopolitan

Negli anni ’90 nessuna si separava dalla collana- collarino. Di origine vittoriana, e con una storia piuttosto macabra, la Choker Necklace negli anni ’90 era in plastica, nera o colorata, e creato in un materiale elastico, ed era l’accessorio must have di questi anni e anche degli anni 2000.

Foto: Etsy

Ai piedi si indossano i Dr. Martens, portati allacciati o slacciati, neri, bordeaux, bianchi o color verdone.

Erano molto grunge, molto “da duri”, quelli li ho portat anche io. Anzi, l’ultimo paio acquistato è ancora stabilmente nella mia scarpiera…

Ma si portavano anche le celeberrime Fornarina, nere erano un must ma anche blu o successivamente colorate. Io non le ho mai avute, mio papà era convinto che mi avrebbero danneggiato la crescita e sosteneva che fossero troppo da grande quindi niente. Le avevano tutte. Trauma d’infanzia? Chi, io?

L’estetica femminile era molto diversa da quella degli anni precedenti, e da quella di oggi. Nel 1990 viene offerto a Kate Moss il primo incarico come modella: assistiamo, di nuovo, alla preferenza della magrezza sull’altalena del fisico femminile nella storia. Pallida, con gli occhi cerchiati, emaciata, Kate Moss inaugura la bellezza minimale degli anni Novanta.

Si afferma la magrezza femminile come ideale sia estetico che morale poiché al corpo esile e scattante vengono attribuiti valori quali ambizione, organizzazione, potere. Dilagava anche l’anoressia però.

Quindi, alcune cose le possiamo decisamente salvare, come i jenas, i maxi cardigan, gli anfibi e le magliette over, mentre di quest’ultima definizione del corpo femminile le possiamo tranquillamente lasciare nel passato, non trovate?

Alla prossima!

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