Bentornati sul mio blog, eccoci a parlare di moda anni ’60. Un periodo di rivoluzione, un periodo in cui anche la moda faceva rivoluzione e rispecchiava realmente cosa sucedeva nel mondo. Ahimè, non si può dire lo stesso del periodo che stiamo vivendo ora, dove la moda è completamente asservita all politiche di mercato. Ma non è qusto il momento, e nemmeno il luogo, per fare polemica anche se prima o poi penso che la farò…iniziamo dunque il nostro viaggio nella moda anni ’60.

Moda democratica
Gli anni Sessanta sono il momento di effettivo declino della “moda destinata a pochi eletti”, per le classi più abienti e benestanti. Grazie allo sviluppo industriale, allo sviluppo del prêt-à-porter , cioè la moda pronta da indosare che si trova nei negozi, accade un livellamento delle classi sociali e ad una conseguente conformità del gusto.
Nasce l’era consumista e capitalista, a cui si oppongono movimenti di contro-moda: un tipo di abbigliamento libero da schemi precostituiti, che manifesta l’ideologia indipendente delle nuove generazioni.

Modello femminile
La nuova tendenza femminile si orienta verso una figura di donna giovane, al massimo ventenne. Magra ovviamente. Oppure un’adolescente dalle lunghe gambe magre con capelli lunghi e lisci, oppure tagliati corti, a caschetto. Twiggy è la prima modella a diventare un idolo ed esempio, con a Jean Shrimpton e Penelope Tree.
Foto: Harper’s Bazaar Australia

Yves Saint Laurent
Yves Saint Laurent è uno degli stilisti più in vista in questo momento. Il primo che riesce a portare nell’alta moda lo spirito dell’attualità e della strada. Nel 1966 avvia una linea prêt-à-porter e apre un apposito punto vendita, il Rive Gauche, fuori dalla Maison.
Saint Laurent si rivela stilista geniale: sono sue le novità introdotte in questo decennio, come il tailleur pantalone, lo smoking femminile, le giacche sahariane, il nude look. Attinge a piene mani al guardaroba maschile, ma lo stile rimane sempre estremamente femminile e seducente.
Foto: Exibart

Idoli
Fra gli idoli del periodo troviamo Jaqueline Kennedy: il suo stile è essenziale, incentrato su abiti di linea prevalentemente geometrica. Porta gonne al ginocchio, il caratteristico cappellino rotondo disegnato appositamente per lei, il pill-box, che lasciava scoperto il viso. Completavano il look la collana di perle a tre fili, e famosissima borsa di Gucci che passerà alla storia col nome di Jackie’O. Simboli che divennero un must per il periodo,
Foto: Exibart

Abito trapezio e colori forti
Di questo decennio è figlio anche il celebre abito a trapezio di Givenchy che si poteva abbinare alle calze colorate o indossare con gli stivali alti quasi fino al ginocchio. Gli abiti diventano svasati, senza punto vita e coloratissimi. Arrivano le stampe geometriche, optical, i pois e le righe, allegro che segna l’inizio del cambiamento per tutta la moda femminile.
Foto: STAMPA

Occhiali e bigiotteria
Anche gli accessori si evolvono, gli occhiali diventano più grandi, rotondi e coloratissimi, optical bianco e nero. e i gioielli. in plastica, seguono diventando enormi e coloratissimi.
Foto: Pinterest

Scarpe
Le scarpe tornano ad avere tacchi bassi o bassissimi troviamo le ballerine, ma anche gli stiletti i cosiddetti “kitten” e poi gli iconici zoccoli Dr. Scholl.
Foto: Roba da donne

Trucco e parrucco
Per quanto riguarda trucco e parrucco, negli ani ’60 gli occhi sono i grandi protagonisti. Si dà enfasi agli occhi puntando a un effetto bambola.
Il trucco è intenso, si usa moltissimo mascara, le ciglia finte disegnate sulle palpebre, lo smokey eyes e l’eye-liner liquido.
I capelli si accorciano e seguono le linee geometriche degli abiti, abbiamo frangette e caschetti. Nasce il “pixie cut” un il taglio corto e sbarazzino di Jean Seberg e Mia Farrow. In alternativa si optava per i capelli raccolti, in chignon o code di cavallo, ma cotonati.
Foto: Io donna
Ricordiamoci inoltre che questo è il periodo delle rivolte: studentesche, politiche, contro la guerra…e lo stile si adattava a queti giovani che facevano la loro rivoluzione. E ovviamente la moda dona simboli come l’eskimo dei sessantottini o la minigonna per la rivoluzine femminsta, che però esploderà negli anni ’70 ( ne ho parlato qui oggi ti racconto la moda anni ’70).
Siamo giunti alla fine, questo viaggio nel tempo mi sta piacendo assai, sapete? Dai, ci vediamo al prossimo articolo o sui social, a presto!