Le tipologie delle tinture: tinto in capo.

Bentornati sul mio blog, come state?

Oggi inizio a raccontarvi delle tipologie di tinture. Sono cose che conoscono soprattutto gli addetti ai lavori, i tecnici del settore. Di solito sono cose che nessuno ci racconta, ma invece sono curiose e molto interessanti.

Partiamo da una tecnica moto diffusa oggi e utilizzata soprattutto nel fast fashion, la tinta in capo.

Definizione

La tinta in capo è una tecnica di tintura che consiste nel tingere un capo di abbigliamento già confezionato.

Questa tecnica offre il grande vantaggio di rinviare la scelta del colore al termine del ciclo produttivo; quindi è possibile analizzare i dati di vendita per sceglierlo. Inoltre, avere una serie di capi già pronti solo da tingere consente di tingere a richiesta assecondando la domanda di mercato.

Tutta la lavorazione viene eseguita in greggio (cioè in un tessuto base di un colore grigino o beije), su grandi lotti, con elevate economie di scala.

L’aspetto del capo ne risulta, dopo il trattamento della tintura, con una patina vintage e un aspetto vissuto, essendo il colore polveroso e poco o per niente lucido, e presentano una mano molto morbida. Per accentuare tali caratteristiche, non di rado si procede sui capi con una speciale tintura, definita “tinura-old”, oppure con particolari tipi di finissaggio stone-wahed o enzimatico.

Molte case di moda oggi, per motivi di tempistica, richiedono alle tintorie un prodotto tinto in capo che abbia le stesse caratteristiche del capo confezionato con tessuto tinto, quindi esente da abrasioni e uniforme in ogni sua parte.

Storia

L’invenzione del tinto in capo a livello industriale lo si deve a Luciano Benetton, negli anni Sessanta. In questo modo si rese possibile aggiustare in tempi brevissimi la produzione seguendo la domanda del mercato e realizzando forti economie nei costi di magazzino. Di ritorno da un viaggio in Scozia, dove ha studiato antichi metodi di lavorazione della lana, Luciano Benetton ha un’idea. Chiama Ado Montana, un coetaneo che viene da una famiglia di tintori, e gli chiede se è possibile colorare imaglioni dopo – e non prima – di averli realizzati. I due trascorrono mesi in un sottoscala a sperimentare con lane e tinte. Una notte, dalla vasca di tintoria emerge finalmente un maglione senza difetti. Per Benetton, produrre maglie in filato greggio e colorarle solo dopo in base agli ordini si traduce immediatamente in un enorme vantaggio commerciale. È l’origine del “tinto in capo”, che nei decenni successivi sarà adottato dalle più grandi aziende di abbigliamento del mondo.

Dall’avvento di questa tecnica, che permette di tingere tutti i tipi di materiali (dalla lana al cotone e ai sintetici), sono state sviluppate moltissime tecniche di lavorazione. Alle tintorie può quindi essere richiesto un prodotto molto invecchiato, come se fosse stato lavato molte volte (tintura old), un prodotto con aspetto sfumato. Anche con più colori.

Attrezzature

I macchinari che vengono utilizzati per questa tecnica di tintura sono diversi da quelli utilizzati per la tintura dei tessuti, mentre coloranti e prodotti ausiliari sono i medesimi. Pur variando le loro condizioni applicative (tempo, quantità, percentuali e temperature). La tintura dei capi già confezionati viene effettuata in particolari lavatrici, dove è possibile regolare il numero di RPM (giri al minuto del cesto) in base al tipo di articolo da trattare e in base all’effetto che si vuole ottenere.

Impieghi

La tinta in capo si può impiegare quasi per tutto: per pantaloni, abiti, accappatoi, giubbotti, camicie di puro cotone o in mista, maglie di jersey di cotone, pullover, t-shirt, maglie di lana, cashmere, lambswoll, angora e mohair da sole o in mista con cotone, seta, viscosa, modal ed altre fibre, calze, guanti, cerniere, pizzi, nastri, ecc.

Viene tinto anche tutto ciò che completa il capo, quindi bottoni, filo, cerniere. Tutto però apposito per la tintura. Ogni componente metallico non deve essere ferroso, ideale se di ottone placcato nichel, in quanto subisce meno l’azione chimica aggressiva delle sostanze presenti nel bagno di tintura. Bottoni di poliestere e cerniere entrambe chiare e colorate danno risultati soddisfacenti. La soluzione migliore è la tintura allo stato semi-confezionato con il completamento dell’articolo successivamente.

Tintura

Il tessuto destinato alla confezione deve essere un “pronto per tinta” (così chiamato in gergo tecnico), bene stabilizzato dimensionalmente (anche spianato, se necessario) e finito con prodotti facilitanti la cucitura. È però buona norma controllare la stabilità dimensionale prima di procedere al taglio, specialmente per impostare le taglie. Il pre-rilassamento dei tessuti trama-ordito è opzionale e un restringimento, dopo le fasi di pretrattamento inferiori al 2-3% può essere accettato in confezione.

I tessuti a maglia hanno un potenziale restringimento allo stato greggio piuttosto elevato e in entrambe le direzioni, e quindi possono creare problemi di cuciture. Con grinze (specialmente se la parte in tessuto a maglia è unita al tessuto trama-ordito) e distorsioni sul capo finito. Si rende allora necessario effettuare un pretrattamento allo stato rilassato. E fare seguire l’asciugamento con sovralimentazione del tessuto per avere un tessuto stabile dimensionalmente. Gli articoli di lana pettinata vengono tinti ottimamente, a condizione che la fibra sia stata pretrattata irrestringibilmente. Gli articoli misti si prestano alla tintura “tono in tono” di tutte le fibre, oppure alla tintura di una sola fibra per produrre effetti mélange molto interessanti.

Tempi di produzione

Il tempo che intercorre per produrre un “capo confezionato” tinto, secondo i cicli di nobilitazione tradizionali è di gran lunga maggiore di quello richiesto dalla tintura su capo. In alternativa si possono produrre grandi quantitativi di capi greggi (anche con filati o tessuti pretrattati) e il tempo per approntare il prodotto finale è minore, circa due settimane o meno, per cui le consegne sono più tempestive in armonia con le pressanti dinamiche commerciali attuali.

Ecco qua, non ve lo aspettavate vero? Gli altri metodi di tintura li tratterò un po’ alla volta in altri articoli, è un argomento tecnico e mi rendo conto possa essere pesante. A presto!

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