Oggi torniamo a parlare di tessuti, sempre con l’obiettivo di farvi diventare ogni giorno di più dei consumatori informati. Ultimamente il mondo della moda attuale ci ha anestetizzati alla qualità e al riconoscimento dei materiali, e io provo, nel mio piccolo, a metterci rimedio. Andiamo!
Partiamo dalla definizione
Il pizzo (chiamato anche merletto o trina) è un tessuto molto leggero e finemente lavorato che viene creato intrecciando dei fili. Che possono essere di cotone, ma anche di lino oppure seta. Per realizzarlo si utilizzano numerosi strumenti, aghi particolari (come l’uncinetto) e supporti (tombolo, telai, cartoni) in base alla tecnica.
I pizzi si dividono in due categorie, quelli lavorati a mano (come il filet, l’uncinetto, il macramè il reticello e il puncetto, e tutti i pizzi a tombolo) e quelli realizzati a macchina (jacquard, leavers).
Nascita e cenni storici
Il pizzo Sangallo o San Gallo, prende il nome da Sankt Gallen, città della Svizzera orientale, nell’omonimo Cantone, già sede di una scuola tessile e di ricamo rinomata a livello internazionale sulla fine del XIX secolo.
San Gallo è la capitale del pizzo in seno all’Europa, qui trova anche sede il “Il Museo del Tessile” cittadino dove si trovano esposti circa 30mila pezzi. Dai costumi e ricami storici a quelli dell’arte tessile contemporanea passando per i reperti di tessuti funerari di antiche civiltà come quella egiziana.
Come già accennato, questa città ha una lunga tradizione legata alla produzione e lavorazione tessile, nata nel Medioevo. Questo le ha permesso di distinguersi dapprima nella produzione ed esportazione di tessuti in lino di alta qualità, indispensabili nella vita quotidiana e grossa fonte di guadagno. Successivamente (nel 1750 circa) divenne famosa nella produzione e tessitura del cotone con ricami realizzati a mano.
Con l’avanzare del tempo il progresso tecnologico e la rivoluzione industriale ebbero grandi conseguenze sull’industria tessile della città e Josse Heilmann sviluppò la prima macchina da ricamo a mano. Era in grado di ricamare utilizzando più di 300 aghi simultaneamente trasferendo così a più riprese il motivo desiderato sul tessuto.
Furono poi F.E. Rittmeyer e F.A. Vogler ad adattarla per la produzione in serie.
Ovviamente l’invenzione della macchina da ricamo rivoluzionò l’industria tessile e rese possibile il trionfo dell’industria europea del ricamo nella regione di San Gallo.
Furono costruite più di 20.000 macchine di questo tipo, solamente per il ricamo di San Gallo. Fino alla seconda guerra mondiale solo questa città copriva il 50% del fabbisogno mondiale di pizzo.
Il prestigioso ricamo prodotto, divenne in seguito popolarissimo durante il periodo precedente alla Prima Guerra mondiale. Le signore dell’alta società non perdevano occasione per sfoggiare i loro abiti elaborati. E nel corso del tempo tutti i grandi stilisti continuarono ad utilizzarlo per la realizzazione di corpetti (vedi Dior), vestitini, gonne, camicette e molto altro.
Produzione e lavorazione
Il pizzo Sangallo può essere realizzato in modo tradizionale, seppur con macchinari appositi, con ricami ad ago e trafori.
Oppure con tecniche più moderne, come il ricamo laser. Proprio l’utilizzo del laser permette tagli netti e precisi e, abbinato a macchine multitesta, consente una diversa potenza di incisione: più bassa per materiali leggeri come seta e cotone, massima per feltro, cuoio e pellami.
Non tutti i tessuti rendono al meglio la lavorazione laser l’ideale infatti è usare tessuti tecnici come lycra o neoprene/scuba.
Caratteristiche
Il pizzo Sangallo solitamente è realizzato su tessuti in fibre naturali con motivi e disegni floreali o geometrici, traforati ma anche a rilievo.
Molto spesso ha una base in cotone, si usano però anche il lino o la seta e materiali più moderni e non ricavati da fibre naturali come il nylon. E tecniche moderne come gli intagli al laser.
Ovviamente quando realizzato su fibre naturali quali cotone o lino risulta fresco, leggero ed estivo. Mentre per i capi più tecnici e i costumi da bagno si usano lycre e tessuti tecnici incisi al laser.
Utilizzi
Ha largo uso, e ovviamente la sua presenta sul mercato dipende dalla moda del momento. Viene spesso utilizzato per la biancheria intima e da notte, camicie e pigiami, e per lenzuola e corredi.
Inoltre viene di frequente applicato sugli orli delle camicie, sulle scollature, tra i diversi tipi di pizzo il San Gallo è uno di quelli che sposa al meglio l’abbigliamento fresco. Può essere applicato in più strati, arricciato in ruches, per impreziosire i capi o per costruirli completamente.
Si realizzano infatti abiti leggeri tipicamente estivi, abiti da sposa ma anche camicie, bluse e top di tutte le forme. Di solito hanno una forma morbida, ampia e scivolata, perché non essendo il Sangallo elasticizzato, se troppo stretto diventa scomodo. Tradizionalmente veniva fatto in bianco o colori pastello chiaro, rosa, azzurro o giallo chiaro. Recentemente invece sono stati aggiunti anche colori forti e vitaminici e l’immancabile nero.
Il Sangallo è ecologico?
Dipende. Si lo so, è una risposta che mi sentite dare spesso!
Ma è proprio così! Perché se realizzato in cotone, lino o seta rimane biodegradabile perché sono fibre naturali. Ma non necessariamente ecologico (cotone) o sostenibile o vegano (seta).
Invece se realizzato su base sintetica (lycra) derivante dal petrolio e non biodegradabile, non è sostenibile. Ma ci sono capi, tipo i costumi da bagno, che non possono essere fatti altrimenti.
Vi segnalo che esiste la lycra di poliestere riciclato, ma al momento è poco diffusa e ancora molto costosa. Ma le cose cambieranno, ne sono certa!
Siamo giunti alla fine del racconto, spero sia stato interessante e soprattutto utile.
A me il Sangallo piace, lo trovo fresco ed estivo, e visto che è molto diffuso in fibre naturali, per me è anche un si dal punto di vista dell’ambiente. I ricami nuovi e moderni, poi mi piacciono davvero tanto. E vi consiglio di provarlo, se non lo avete ancora fatto. In estate dovrebbe essere anche più facile da reperire, non avete scuse! Noi ci rivediamo presto sempre qui!
Ho letto ed apprezzato la descrizione tuttavia non viene spiegato da cosa differisce il pizzo San Gallo dagli altri pizzi.
dovreste dire cosa ha il pizzo San Gallo di così esclusivo da essere preferito agli altri pizzi. Non basta dire disegni floreali, geometrici, in rilievo e traforati, questi possono essere elaborati da ltri o no?
Sto scrivendo un libro sulle caratteristiche di San Gallo e del suo cantone. Ho una amica Gabriella Blaser che vive a Rehetobel che però non ha saputo spiegarmi la differenza.
Grazie e cordialità
Salve, ci ho riflettuto a lungo, la tua domanda non è affatto banale però direi che la differenza più sostanziale, oltre ovviamente la regione di produzione, è il fatto che, per questo pizzo, si parte da una tela di cotone che poi viene traforata, ricamata, elaborato lo smerlo, ecc… (anche se oggigiorno si produce un po’ in tutto il mondo).
Mentre negli altri pizzi viene tessuto a telaio direttamente la trina, il pizzo, il merletto, che diventa proprio una retina con un motivo o un disegno, senza alcun supporto sotto. Il pizzo è il tessuto.
Spero di esserti stata utile, buon proseguiment con le tue ricerche.