Colore viola: significati e curiosità.

Questa settimana su Instagram ho creato un piccolo carosello di infografiche sul colore viola. E visto che mi sono resa conto che l’argomento è vasto e non riassumibile in sei diapositive, ho pensato che sarebbe stato utile un approfondimento anche qui sul blog. Se poi aggiungiamo il fatto che sono una inguaribile logorroica, beh, la decisione è presto presa!

Eccoci quindi a parlare del colore viola in modo più rilassato: mettetevi comodi sul divano, recuperate una tazza di tè, caffè o un bicchiere di vino e iniziamo!

Come sempre, partiamo dalla definizione.

Il colore viola prende il nome dal fiore omonimo di cui descrive il colore.

In pittura si dice che il viola è un colore secondario, in quanto deriva dalla mescolanza dei colori primari blu e rosso.

Si differenzia dal violetto, che è un colore puro presente nello spettro elettromagnetico della luce visibile.

Nel mondo vegetale, il colore viola può indicare la presenza di antocianine.

Cenni storici

In latino medievale per indicare il viola si usava il termine “sottonero” o “seminero” (subniger): in passato il viola era infatti concepito come un blu scuro prossimo al nero e tale concetto è stato tutt’oggi parzialmente conservato nella liturgia cristiana come simbolo di pentimento.

Solo molto dopo viene coniato per questo colore il termine “viola” che deriva proprio dal fiore omonimo.

I romano-cristiani associavano i periodi precedenti un cambiamento o un rinnovo al viola. Questo traeva origine dai popoli centro-italici preromani che lo legavano a periodi di carestie e precedeva il rituale “Ver Sacrum” ( dal latino “primavera sacra”). Si trattava di una ricorrenza rituale, rievocata in caso di momenti difficili: venivano offerti agli Dei i primogeniti nati da marzo a giugno. Il sacrificio vero e proprio riguardava gli animali del villaggio, mentre i bambini, una volta adolescenti venivano spinti a migrare per formare nuove comunità, ispirate dalla protezione divina, sotto la guida di un totem o animale guida.

Successivamente i romani e i cristiani iniziarono ad utilizzare il viola per identificare dei periodi di cambiamento o rinnovo, ad esempio per i paramenti liturgici dell’Avvento o della Quaresima. Assume anche il significato di lutto, penitenza e attesa.

Altro dettaglio è che nel Medioevo, durante i giorni della Quaresima (il cui simbolo, come già detto, è il viola) venivano vietate tutte le rappresentazioni teatrali e gli spettacoli pubblici. Di conseguenza questo comportava notevoli disagi economici agli attori ed a tutte le persone che vivevano di teatro e che in questo periodo avevano difficoltà a procurarsi il cibo. Ed è proprio per questa ragione ancora oggi, nel mondo dello spettacolo, gli oggetti e gli abiti viola sono considerati di malaugurio e pertanto il più possibile evitati.

Come si otteneva e come si ottiene oggi

Il viola è poco frequente in natura e spesso è difficile produrne delle belle sfumature. Nell’antichità e nel Medioevo veniva impiegato il succo della Roccella tinctoria, un lichene, per l’estrazione del viola, la cosiddetta “porpora sostitutiva” raccolta soprattutto sulle coste delle Canarie. Prende il nome di Viola Oricello.

C’è una curiosa leggenda che lega questo tipo di viola a Firenze. Questa narra che Alemanno del Giunta, durante uno dei periodici viaggi in oriente, scese da cavallo per un normale bisogno fisiologico e notò che, al contatto dell’orina, un’erba selvatica assumeva un particolare ed intenso colore violaceo.
La macerazione nell’orina per colorare le stoffe era già conosciuta fin dai tempi dei romani, ma Alemanno aveva osservato qualcosa di veramente particolare: il colore che nasceva da quella fusione di erba e orina assumeva una gradazione di un viola carico e deciso, un’assoluta novità per i mercati italiani ed europei dell’epoca.
Alemanno portò a Firenze una grande quantità di quell’erba che, proprio per la sua caratteristica, prese il nome di “oricella” e venne utilizzata in larga misura per la tinteggiatura di stoffe e panni.
L’erba Oricella venne coltivata in larga scala in una zona estesa della città che proprio per questo motivo prese il nome di “orti oricellari”. E poi divenne il colore simbolo di Firenze.

Una tonalità più tendente al rosso era invece propria della porpora degli antichi mantelli dell’imperatore e dei pomposi abiti delle classi ricche. Veniva ricavata dalla secrezione di molluschi marini ed era molto costosa. Plinio il Vecchio ci dice anche che aveva anche un odore nauseabondo. A discapito di questo però ben presto i tessuti viola divennero un apprezzato simbolo della condizione sociale alta e nobile. Prende il nome di Porpora di Tiro.

Si è dovuto attendere fino al 1856 la sua produzione sintetica, e quindi per una colorazione più decisa e definitita, grazie ad una casuale scoperta del chimico William Henry Perkin mentre cercava di produrre un vaccino contro la malaria. La prima tintura sintetica prende il nome di mauveina. Da cui oggi deriva il termine malva o mauve.

Secondo la leggenda provò la sua formula sulle mutandine di seta bianca della sorella.

Il bianco si tinse di un colore violaceo molto più intenso di quello che fino ad allora poteva essere ottenuto naturalmente utilizzando la mucosa di una specie di lumache marine. Non arrivò mai al vaccino ma inventò un modo per rendere accessibili a tutti i colori vivaci, non solo alla classe benestante.

Note di carattere

Chi indossa il colore viola denota dignità e nobiltà, intelligenza, prudenza, umiltà e saggezza. Il carattere risulta un po’ difficile, spesso con tendenze opposte e inconciliabili. Chi ama il viola ha bisogno di sentirsi libero, vuole affascinare e suscita ovunque simpatia e ammirazione. E’ molto disponibile e comunicativo, possiede grande umanità, coltiva interessi ad alto livello, è colto e sensibile, desidera aiutare gli altri in modo significativo.

Può avere anche inclinazione per l’occulto, il magico e l’arcano, inoltre ha buon gusto e cura molto il proprio aspetto fisico. È un raffinato cultore della bellezza e dell’arte.

È possibile utilizzare l’energia del viola per favorire la connessione con la propria parte spirituale, con il sè superiore. Il viola ci aiuta a purificare i pensieri, favorisce l’ispirazione, sviluppa i talenti e la creatività. Utile anche quando si ha perso il senso della propria esistenza, lo scopo per cui vivere.

Ha un’energia di tipo freddo anche se non sempre il viola è un colore freddo, dipende infatti dalla quantità di rosso che contiene.

Nascendo dalla mescolanza di rosso (amore, fuoco e vita) e blu (saggezza, aria e cielo) è il colore della metamorfosi, della transizione, del mistero e della magia. E’ il colore della spiritualità, ma anche della fascinazione erotica, indica l’unione degli opposti, la suggestionabilità. Il viola rappresenta spesso ricchezza, giustizia e passività.

Oggi, come nell’antichità, il viola rappresenta la transizione tra la vita e l’immortalità. E’ la spiritualità velata da una sfumatura di tristezza o di malinconia, che implica il ricordo delle cose terrene. La violetta è il fiore della modestia, dove il rosso dell’ IO è combattuto dal blu della saggezza.

Le tonalità più chiare esprimono sensualità, le più scure spiritualità; è eccellente per la meditazione profonda, dunque per liberare la mente da ogni attività e per ottenere una migliore visione interiore di sè.

Il viola è il colore di Nettuno e dei Pesci ed è uno dei colori di Giove e del Sagittario. E’ il colore del settimo chakra Sahasrara ed è localizzato al vertice del capo. Le sue funzioni sono la comprensione e la trascendenza e la qualità che sviluppa è la volontà spirituale. Gli organi che lo riguardano sono la ghiandola pituitaria e il sistema nervoso centrale.

Infine…

Chi predilige il Viola trova difficoltoso controllare il suo livello emozionale ma sa anche accantonare la troppa razionalità. Amante dell’arte in tutte le sue forme, adora le forti sensazioni che provengono dal contatto con l’ambiente e le persone.

Chi rifugge il colore Viola tende ad essere, in genere, diffidente ed esageratamente critico verso tutti. Fa della razionalità e della logica un’arma in grado di proteggerlo da ogni tipo di stato emozionale. Rifugge, quindi, le sensazioni forti e si mette a riparo dal contatto con le persone e il mondo che lo circonda.

Eccoci giunti alla fine di questo approfondimento sul misterioso colore viola, interessante, non trovate?

A me personalmente piace molto, assieme al rosa è fra i miei colori preferiti, lo trovo spesso appropriato e sinceramente un’ottima alternativa al nero. Ugualmente elegante ma meno impegnativo a livello emotivo.

Voi cosa ne pensate? Lo indossate?

Ci vediamo presto con un nuovo articolo!

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