Che cosa ho addosso se mi metto il tartan?

Tessuto storico, tipico della Scozia, ne abbiamo appena parlato velocemente in una guida su Instagram e adesso approfondiamo qui sul blog.

Mettetevi comodi e si parte!

Definizione

Il tartan è un particolare disegno dei tessuti in lana originari delle Highland scozzesi. Il tipico gonnellino scozzese, il kilt, viene realizzato proprio in in tartan e infatti questo tessuto è considerato un simbolo tradizionale della Scozia.

Questo disegno, o motivo, in Italia si chiama scozzese o motivo a quadri. E’ ottenuto con fili di colori diversi che si ripetono con uno schema definito, uguale sia nell’ordito sia nella trama. Questo motivo viene denominato sett.

L’armatura del telaio per tessere il tartan è la saia. I blocchi di colore si ripetono verticalmente e orizzontalmente in un modello distintivo di quadrati e linee che, intrecciandosi, danno l’apparenza di nuovi colori miscelati da quelli originali. Il tartan viene chiamato plaid in Nord America.

In Scozia però il plaid è considerato una tela appesa sopra la spalla come fosse un accessorio del kilt. Anticamente aveva molteplici utilizzi: coperta, protezione dal freddo, sciarpa, distinzione fra i vari clan. Successivamente il plaid si considera anche come semplice coperta da disporre su un letto.

Etimologia

Il termine inglese tartan deriva dal francese tiretain, che probabilmente deriva a sua volta dal verbo tirer, in riferimento alla tessitura del tessuto in contrapposizione al panno in tinta unita.

Esiste però un’altra possibile origine del nome, che lo farebbe risalire al termine gaelico tarsainn che significa “attraverso”.

Storia

I primi rinvenimenti di tessuti simili al tartan datano VIII sec a.C. nelle miniere austriache di Hallstatt. Addirittura si documenta la presenza di tessuti con queste trame geometriche nei sepolcri delle mummie di Tarim (2000 a.C.) in Cina.

Non si conosce l’origine esatta dell’uso di tessere la lana con questo disegno nelle Highland ma sicuramente è molto antico.

Solamente intorno al XVI secolo il tartan scozzese assume le caratteristiche di oggi. E diventa anche un simbolo di identità nazionale estremamente diffuso nel XVII e XVIII secolo.

Proprionel 1600 nasce il kilt, una sorta di “gonna” che diventerà un simbolo identitario della Scozia.

Ma di tessuti tartan ne esistono tipi molto diversi. Ognuno di questi, a partire dalla fine del 1700, rappresenta un clan delle famiglie dell’alta società scozzese.

Fino alla metà del XIX secolo gli highland tartan erano associati a regioni e distretti piuttosto che a uno specifico clan.

In particolare i tartan potevano essere usati per distinguere gli abitanti delle diverse regioni. La distinzione dei tartan in connessione alle diverse famiglie sembra però essere una un’istituzione relativamente moderna. Originata proprio dal fatto che i clan utilizzavano il tartan della zona dove erano presenti.

Ancora oggi famiglie scozzesi che non sono connesse ad alcun clan utilizzano il tartan della propria regione.

Attualmente il tartan corrisponde a modelli colorati e variegati, anche se in origine, probabilmente, non era così. Nel 1830 il tartan è stato a volte descritto come “in tinta unita… senza motivo”.

Venne addirittura vietato!

Per cercare di avversare la rivolta dei clan gaelici giacobiti, nel 1746 il governo britannico ne vietò l’uso.

Finita la guerra, nel 1782, la legge dell’Act of Proscription venne abolita e i tartan vennero introdotti nelle divise degli Highland Regiments.

Nel 1815 la Highland Society of London chiese ai capoclan quale fosse il loro tartan e in questo modo venne stabilito il collegamento ufficiale tra un clan e il suo tartan. Nel libro Wilson’ key pattern book del 1819 erano già stati raccolti 250 tartan differenti. Al giorno d’oggi ne sono registrati 4.000 anche se i tipi in commercio si aggirano tra i 600 e i 700.

È tata proprio la Regina Vittoria, nel 1800, a renderlo status symbol, sfoggiandolo,assieme al marito Alberto, durante i loro soggiorni a Balmoral.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il tartan entra ufficialmente nel mondo della moda, quando il kilt diventa un capo popolare tra le persone comuni.

Anche le star hollywoodiane lo sfoggiano. AudreyHepburn e Brigitte Bardot, ad esempio, lo sfoggiavano spesso.

Arriviamo ai giorni nostri

Negli anni 70 e in versione moderna, diventa il simbolo delle ragazze Preppie e Ivy League. In chiave punk, che stravolge la sua essenza bon ton, diventa simbolo di ribellione. È tutt’or un simbolo dello stile punk. Negli anni 80 arriva sulle passerelle sotto forma di pantalone, e poi verrà impiegato in tutti i capi, cappotti inclusi.

Negli anni 90, con il grunge – corrente anti-moda nata in seno a band rock come i Nirvana e i Pearl Jam – torna a essere protagonista in una versione totalmente effortless e in un mix di sovrapposizioni.

Ancora oggi è oggetto delle fantasie dei più grandi fashion designer.

Vivienne Westwood e Burberry

È interessante notare come l’identità culturale di questo tessuto sia stata stravolta e interpetata da grandi stilisti del calibro di Vivienne Westwood. Questa stilista “dissidente” ha contribuito in modo incisivo dalla fine degli anni ’70 al movimento punk usando anche i motivi del tartan per dissacrare e fare letteralmente a pezzi la cultura british. Con lei il più inglese dei tessuti diventò travolgente e dissacrante, protagonista di gonne esagerate, giacche a marsina dal sapore rock, kilt strappati.

Il tartan è un tratto distintivo anche per Burberry, il marchio inglese che ha saputo rimanere un classico, ma e allo stesso tempo sa essere anche protagonista della scena fashion contemporanea. Negli anni ’20 ha introdotto per la prima volta il motivo tartan “Burberry Check”, famosissimo, nella fodera dei suoi impermeabili.

Da allora questo motivo è diventato un segno di moda immediatamente riconoscibile, tanto che Burberry lo ha utilizzato anche per iniziative emblematiche come il lancio a Febbraio 2018 del Rainbow Vintage Check per celebrare la diversità e l’inclusione.

Composizione

Originariamente il tartan era realizzato in pura lana, mentre oggi si utilizzano anche altri materiali.

Sia materiali pregiati quali la seta, sia meno nobili e costosi, come il cotone. Il disegno tartan si utilizza infatti molto per la camiceria maschile.

Ma viene realizzato veramente in tutti i materiali, poliestere, viscosa, cotone, flanella e vari misti in varie percentuali.

Utilizzi

In tartan si realizza veramente di tutto. Oltre il famoso kilt o comunque gonne a pieghe che lo richiamano, viene impiegato per i capi spalla, giacche e cappotti. Ma anche pantaloni, camicie, pigiami, sciarpe, borse, scarpe.

Inoltre viene utilizzato nell’arredamento: telerie da casa, plaid, tovagliati, cuscini.

Curiosità

Le righe bianche, nere e rosse riquadrate su sfondo grigio sono del tartan Balmoral, ideato personalmente nel 1853 dal principe Alberto, consorte della regina Vittoria. Questa composizione colori è tra le preferite del principe Carlo. Questo royal tartan non è in commercio e viene donato alla sposa in occasione del matrimonio reale.

Ne è stato creato uno, bianco e grigio, in memoria di Lady Diana. E uno appositamente, blu, nero e argento, per le nozze reali tra il principe William e Kate Middleton.

Altro particolare interessante è la storia dei colori. All’inizio la scelta era strettamente legata al marrone, al nero e al bianco, cioè i colori naturali del vello delle pecore

Solo in seguito, grazie alla scoperta delle tinte vegetali, si crearono altri colori. I licheni e il muschio permisero il verde, il mirtillo e l’iris ispirarono i blu e i viola, all’erica si deve la tonalità dell’arancione. Alla ginestra i luminosi gialli.

sostenibilità

La sostenibilità è legata al tipo di fibra con cui si tesse. In fibre naturali, cotone, lana e seta, è sicuramente più sostenibile che in poliestere. Dipende anche da come viene colorata la fibra.

Non è sempre vegano, se tessuto in poliestere, cotone o viscosa lo è.

Perché vestirsi con il tartan?

È un tessuto molto pregiato, se realizzato come si deve, duraturo, caldo se in lana. O in flanella.

Perfetto per l’inverno, classico in capi come gonne a pieghe o giacche sartoriali. Mentre diventa casual in camicie da uomo sportive, abbinate ai jeans, o in capi spalla sportivi da uomo.

A tutti gli effetti è un tessuto genderless.

E visto che siamo in stagione, anche un tessuto utilizzatissimo nel periodo del Natale. Perchè è rosso, perché fa festa, perché è tradizione.

Siamo giunti alla fine, io il tartan lo indosso poco, non lo amo particolarmente. E veramente poco nei colori tradizionali come rosso e verde, o blue e verdone.

Sarà che mio papà indossa le camicie tartan tutto l’inverno da sempre, sarà che all’università tutti gli esponenti della metà maschile del mondo la indossavano. Probabilmente è stato troppo! E mi esce dagli occhi!

In ogni caso ci vediamo presto, sempre su questi schermi!

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