Che cosa ho addosso se mi metto il denim?

Tessuto diventato iconico grazie all’invenzione dei jeans, robusto, declinato in mille modi e adatto a quasi tutte le stagioni, e a quasi tutte le occasioni: il denim.

Definizione

Il denim è una sargia (“serge” in francese), ha cioè una tessitura in diagonale ed è perciò una stoffa particolarmente robusta e adatta a indumenti da lavoro. Si differenzia della “tela” che è tessuta con i fili incrociati perpendicolarmente e non ha caratteristiche di robustezza.

Etimologia

Prende il nome dalla città di Nìmes in Francia e un tempo era detto serge de Nîmes. Dal modo colloquiale di dire “de Nimes” proviene perciò “denim”.

Storia

Già nel XV secolo Nîmes era in concorrenza con Chieri, in Piemonte, per la produzione di un tipo di fustagno (fustagno genovese) molto robusto di colore blu, allora tinto con il guado (Isathis tinctoria).

Nella lingua inglese la produzione di Nîmes prese il nome denim, mentre nella lingua francese prese il nome blue-jeans, dal termine bleu de Gênes, ovvero blu di Genova, perché tale mercanzia era esportata attraverso il porto di Genova.

Quando il cotone divenne un materiale economico, disponibile in grandi quantità, questo tipo di tessuto divenne presto materiale d’eccellenza per abiti da lavoro.

La produzione di questo tessuto in cotone era così economica che rappresentava il materiale ideale per gli abiti da lavoro della gente comune. Il caratteristico colore blu del denim deriva dall’altrettanto economico indaco. Poiché col tempo scoloriva, l’indaco non attirava l’interesse del resto del mercato dei tessuti. Ma non per il denim: lo scolorimento e la mutevolezza del capo d’abbigliamento sono ancora oggi un vero e proprio marchio distintivo dei prodotti in jeans.

I primi a indossarla sotto forma di divisa da lavoro sono proprio i marinai genovesi. Ma quando nell’800 questo tessuto ‘super strong’ approda in America viene ‘adottato’ anche dai minatori.

Composizione

Originariamente si produceva con un ordito in lino e la trama in cotone, successivamente interamente in cotone. Quando realizzati solo in cotone, il tessuto aveva un discreto spessore ee era rigido.

Attualmente viene prodotto in cotone, ma per fortuna non è più così rigido, anche se mantiene un certo grado di rigidità. Si produce anche miscelato con fibre sintetiche per conferire particolari effetti, o elastame o lycra, per rendere il tessuto molto elasticizzato. Questo mix particolare viene utilizzato per realizzare i jeans skinny o super skinny, o comunque per regalare un po’ di confort all’indosso.

Utilizzi

Il denim è diventato famoso in tutto il mondo per i famosissimi bluejeans, diventati celebri negli Stati Uniti d’America. Infatti, anche grazie alla loro presenza sul set di famosissimi film interpretati da divi di Hollywood, sono stati consacrati come capo di abbigliamento della ribellione degli anni Settanta e dei cowboy del far west. Oggi è un capo di abbigliamento tra i più comuni e diffusi in tutto il mondo.

Il denim può essere utilizzato per tantissime cose. L’iconico pantalone a 5 tasche, il jeans, in tantissime varianti e colori. Viene impiegato anche per realizzare giubbotti, gilet, camicie, sia da uomo sia da donna, senza dimenticare shorts, pantaloncini, scarpe da ginnastica, borse… la vasta gamma di accessori come gioielliecappellini, valigeria, anche di lusso, arredamento e interni auto.

Peculiarità e svantaggi

Le sue caratteristiche sono la robustezza e resistenza (per il materiale usato) unite a una certa adattabilità (per l’armatura a saia). Il denim è robusto e resistente allo strappo. Il cotone è inoltre molto pratico e può essere lavato senza problemi.

Sbiadisce con i lavaggi, per questo in prima battuta era utilizzato solo per gli indumenti di lavoro. Oggi invece le slavature, l’effetto invecchiato o usurato è un pregio e va molto di moda.

Nella versione più tradizionale è pesante, quindi va bene in inverno, autunno e primavera. Mentre in estate meglio evitarlo o sceglierlo nelle versioni più sottili e leggere.

Curiosità

Garibaldi nello sbarco a Marsala indossava un paio di genovesi, come tutti i suoi garibaldini: un modello antico di jeans conservato al Museo centrale del Risorgimento a Roma.

Nel 2004 a Genova è stato realizzato un pantalone Blu di Genova da Guinness dei Primati, alto 18 metri e realizzato con 600 paia di vecchi jeans.

Il termine Denim indica il tessuto con cui i jeans sono fatti, mentre il termine Jeans indica il taglio dei pantaloni a 5 tasche, che quindi possono essere realizzati anche in altri materiali.

Sostenibilità

Cerco di farla breve, i unti di cui parlare sono veramente tanti! E qualcsa ho già scritto negli articoli precedenti.

Purtroppo il denim, e i jeans che ne derivano, non sono quasi mai sostenibili. Partendo dalle coltivazioni di cotone, che utilizzano forti quantitativi di pesticidi e diserbanti. Ma anche acqua, che spesso risulta inquinata alla fine del ciclo di coltivazione. Inoltre per queste coltivazioni viene utilizzata manodopera sottopagata e che non lavora in sicurezza.

I coloranti non sono ecologici e inquinano l’acqua del ciclo di produzione, anche quando il tessuto o il capo finito subisce i lavaggi per ottenere gli effetti estetici di moda. L’effetto delavè per capirci.

Anche le abrasioni, gli strappi e le decorazioni non sono sostenibili: causano silicosi negli operai addetti, perché non vengono adottare precauzioni, per velocizzare la produzione o per mantenere i costi bassi.

Per non parlare del fatto che sono fra i capi cardine del fast fashion, con tutto ciò che queste over produzioni comportano. E che vengono prodotti dall’altra parte del mondo, quindi inquina anche il trasporto per arrivare nei negozi.

Perché vestirsi con il denim?

Bella domanda, visto abbiamo detto che è super inquinante!

Innanzitutto comunque il denim rimane un tessuto molto robusto e da lavoro è l’ideale. Inoltre esistono produttori che hanno una filiera etica e controllata. Ed esistono anche i tessuti da vecchi jeans, che vengono rigenerati. E non hanno nemmeno bisogno di essere tinti, perché la fibra originaria è già del colore giusto.

E questo, anche se si possono rigenerare solo i jeans in puro cotone, è già un inizio.

Infine esiste anche la possibilità dell’usato o delle giacenze di magazzino, gli invenduti perché magari è passata la moda. Ma sono capi nuovi!

E poi, farli durare il più possibile, e non solo una stagione, dovrebbe diventare una regola aurea!

Bene, anche oggi abbiamo terminato il nostro viaggio nel mondo dei tessuti! E ricordate: la prossima volta che qualcuno vi critica perché indossate un paio di jeans, ditegli che li metteva anche Garibaldi mentre faceva l’Italia. E poi raccontatemi come l’ha presa!

Ci vediamo presto, sempre su questi schermi!

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