Bentornati sul mio blog! Oggi un nuovo articolo che ricade nell’obiettivo di farvi diventare ogni giorno di più dei consumatori informati. Soprattutto in un’ottica di sostenibilità, etica e salvaguardia ambientale. Ma se anche non vi importasse di tutto ciò i soldi hanno il loro valore ed è difficile guadagnarli, quindi è giusto che sappiate cosa state acquistando.
Partiamo dalla definizione
La viscosa è una fibra artificiale estratta dalla cellulosa vegetale; non è una fibra naturale ne una fibra sintetica, come molti affermano, ma una fibra tessile che utilizza una parte di materia prima di origine naturale ed una parte di sostanze chimiche di sintesi. La viscosa è un filato in cellulosa che imita la morbidezza di fibre pregiate come la seta per cui veniva un tempo anche chiamata seta artificiale o vegetale. Tuttavia, oggi ogni riferimento alla seta è stato vietato dalla legge che tutela la seta ed ora ulteriormente anche dalla legge europea in tema di etichettatura tessile.
Oltre a seta artificiale è stata chiamata anche Rayon e attualmente viene chiamata in modo diverso a seconda della materia prima naturale che viene utilizzata per ricavare il filato.
Può essere utilizzata per produrre tessuti, con usi molto diversi, che vanno dai vestiti alle tele che rivestono l’interno degli pneumatici.
Esistono due principali tipi di viscosa:
- Cellulosica: viene estratta dalla cellulosa di origine vegetale
- Proteica: viene estratta da proteine di altri materiali di origine vegetale, ma anche da materiali di scarto della produzione alimentare
Nascita e cenni storici
La viscosa fu inventata nel 1883 dal chimico francese conte Hilaire Bernigaud de Chardonnet che la presentò all’Esposizione Internazionale di Parigi nel 1891. Il metodo industriale per la produzione di viscosa fu brevettato nel 1902 in Gran Bretagna dai chimici Charles Cross, Edward Bevan e Clayton Beadle, i quali cedettero il brevetto a Samuel Courtauld, che avviò la produzione industriale nel 1906.
Produzione e lavorazione
La viscosa, nelle varie forme e varietà, rappresenta circa il 14% delle fibre artificiali prodotte dall’industria.
Viene prodotta dalla polpa di legno degli alberi (o dal cotone o dalla paglia, ecc.) e trattata con una soluzione di soda caustica. Viene quindi aggiunto solfuro di carbonio e si forma xantogenato di cellulosa che viene ulteriormente disciolto con altra soda caustica. Il tutto poi va alla filatura, quindi la soluzione colloidale viene estrusa. I filamenti che escono dalla filiera formano il filo singolo che viene roccato sulla macchina di filatura. In seguito la rocca viene caricata in cantra del lavaggio e poi questo filo lavato ed asciugato su appositi cilindri a vapore è pronto per le lavorazioni tessili del rayon.
Come riconoscere la Viscosa al Tatto?
È molto difficile riconoscerla al tatto, e proprio questa caratteristica fa si che sia molto utilizzata e ne denota il successo. La viscosa è morbida e luminosa, lucida, e si confonde con altri tessuti artificiali o sintetici, ma principalmente con la seta. Se non specificato nell’etichetta è praticamente impossibile distinguerla semplicemente toccandola con le mani.
come si comporta la fibra tessile?
La viscosa è altamente traspirante e dona un tocco di freschezza al nostro corpo ed è per questo che è molto piacevole indossarla a diretto contatto con la pelle.
Questo materiale di origine naturale è molto resistente all’usura, biodegradabile, assorbe molto bene i colori che risultano molto più luminosi rispetto ai classici tessuti naturali (lino, cotone).
Può essere miscelata ad altri tessuti come cotone e poliestere, per donare ai capi di abbigliamento quel tocco di morbidezza in più che fa la differenza, e viene miscelata anche con elastan e spandex per garantirne la giusta elasticità.
La viscosa più diffusa è sicuramente il Rayon, ed è anche la versione “più antica” della viscosa. Per scopi puramente commerciali, oggi la viscosa prende diversi nomi a seconda del produttore, dei brevetti applicati, dell’utilizzo a cui è destinata, ma pur cambiando il processo di produzione, resta sempre una fibra artificiale.
Esempi di Viscose Vegetali Ecologiche
- bamboo deriva dalla fibra di bamboo, una viscosa artificiale di origine naturale che non è detto venga prodotta in modo ecosostenibile.
- di lyocell, dall’eucalipto, di solito prodotta con basso impatto ambientale
- modal deriva solo dal legno di faggio
- cupro (rayon cuproammoniacale) è il nome con cui è conosciuta la fibra di cellulosa rigenerata ottenuta mediante il procedimento cuprammoniacale. Cupro è un materiale antistatico e traspirante e si usa di solito per le fodere.
- acetato si ottiene dalla reazione dell’acido acetico con la cellulosa, che veniva un tempo ottenuta dai cascami dei semi di cotone, ma ultimamente dalla meno pregiata polpa di legno.
- i latte, ovviamente non vegana
- di mais
- di ricino
Essendo una fibra artificiale di origine naturale il tessuto in viscosa ha proprietà di assorbimento dell’umidità in maggior quantità rispetto ad una qualsiasi fibra tessile sintetica. Impedendo la formazione di batteri e la crescita di acari della polvere il tessuto di viscosa è spesso classificabile come ipoallergenico e grazie a questa sua proprietà ipoallergenica viene utilizzato anche per realizzare coperte e lenzuola, oltre ai classici capi di abbigliamento e intimo.
Caratteristiche qualitative
Le qualità del tessuto possono variare in base alla miscelazione con altre fibre ad esempio con Elastan o Lycra per guadagnare elasticità e confort. Di base comunque rimane: traspirante, termoregolatore, anti-microbico, impermeabile, igroscopico, elastico, luminoso, morbido, non restringe/scolora, asciugatura rapida, biodegradabile.
Inoltre può derivare da materia prima riciclata e spesso è poco o per nulla gualcibile, quindi si presta molto bene per la realizzazione di capi no stiro. Ideale per capi estivi e primaverili perché altamente traspirante.
Tirando le somme, la viscosa è ecologica oppure no?
Dipende. Dal procedimento che viene utilizzato per la produzione della fibra, che può essere molto dannoso oppure più rispettoso. Durante la coltivazione perché è una fibra di derivazione vegetale, pertanto non tossica. Però nella produzione di massa, la cellulosa viene ottenuta tramite coltivazione intensiva che si avvale di pesticidi, diserbanti e, spesso, sfruttamento dei lavoratori. Solo la viscosa ottenuta da coltivazione biologica e sostenibile può quindi essere considerata naturale e rispettosa al 100%.
E durante il processo per la produzione della viscosa perché prevede l’utilizzo di sostanze chimiche inquinanti che , inevitabilmente, si disperdono nell’aria e nell’acqua nell’area circostante gli stabilimenti di produzione. Solo la viscosa prodotta con l’utilizzo di processi alternativi a basso impatto può essere considerata ecosostenibile.
Solo i tessuti certificati in etichetta (es. Oeko Tex, Tencel) sono da ritenersi veramente fibre vegetali, ecologiche e sostenibili.
Inoltre è quasi tutta vegana, anche se quella derivata dal latte ovviamente non può esserlo. Da segnalare però che è poco diffusa.
Bene, siamo giunti alla fine del discorso, spero sia stato interessante e soprattutto utile. Vedete quanto può essere complicato il mondo che sta dietro al capo finito che trovate in negozio, e la cosa più disturbante (per me almeno) è che la risposta sia spesso DIPENDE. E che altrettanto spesso dobbiamo fare un compromesso fra tutta una serie di fattori prima di acquistare. Ma su questo discorso torneremo più volte, prometto. A presto!