Che cosa ho addosso se mi metto del Lino?

Sapete che mi sono resa conto di aver parlato del lino su Instagram, ma non qui?

Allora rimedio subito e approfondiamo qui sul blog questo materiale molto bello però abbastanza ignorato, il lino.

Definizione

Il lino è una fibra composta e ricavata dal libro del Linum usitatissimun composta per circa il 70% da cellulosa.

La fibra ha un aspetto lucido, si presenta con una mano fredda e scivolosa. In presenza di umidità questa fibra ne assorbe rigonfiandosi moderatamente; essendo di origine cellulosica, se bruciata produce una finissima polvere nero-grigia.

Storia

Noto fin dai tempi più antichi, il lino è la fibra tessile più antica del mondo. Le prime tracce della sua esistenza sono state fornite da scoperte archeologiche che ne fanno risalire l’origine a 10.000 anni prima di Cristo. La trasformazione in tessuto risale a 8000 anni avanti Cristo.

È stato ritrovato anche nelle tombe egizie, gli antichi Egizi, infatti, ricoprivano proprio con il lino le mummie dei faraoni in segno di omaggio. Il lino era il manufatto tessile più comune 6000 anni prima di Cristo. I Fenici acquistavano il lino in Egitto per esportarlo in Irlanda, in Inghilterra e in Bretagna: grazie a questo itinerario, la fibra è approdata nel continente europeo.

In seguito fu utilizzato dai Romani come materiale per le tovaglie e altri elementi del corredo casalingo.

Nel Medioevoil lino ha raggiunto il culmine della sua espansione sul continente, in particolare nel centro e nord Europa. Con il Rinascimento il gusto per uno stile di vita raffinato ha rafforzato la presenza del lino nella vita quotidiana estendendone l’uso per produrre lenzuola e camicie. Nel corso delle guerre di religione (dalla metà del 1500 alla metà del 1600), migliaia di artigiani tessitori fiamminghi furono forzati all’esilio in Inghilterra e in Irlanda, tracciando la strada per l’età d’oro del lino in questi paesi, mentre Russia e Polonia si apprestavano negli stessi decenni a fare la loro prima comparsa sul mercato.

e poi?

La meccanizzazione dell’industria liniera nasce con la rivoluzione industriale del XVII secolo, prospera soprattutto in Francia grazie a Napoleone. L’Italia in passato è stata un paese a buona coltivazione con vaste zone agricole in Lombardia, Veneto e Campania. La trasformazione da fibra a filo fu attuata dal Linificio Canapificio Nazionale nel 1873. Successivamente la cultura del lino si è sviluppata anche in Paesi caratterizzati da condizioni critiche che danno prodotti a medio-bassa valenza tecnica (Russia Polonia Cina India). Il migliore è coltivato al nord della Francia, in Belgio e nelle Fiandre.

Il lino oggi è coltivato e lavorato prevalentemente in Europa (oltre il 70% della produzione di lino mondiale avviene nel nostro continente), in particolare in Francia, in Belgio e nei Paesi Bassi, che hanno ricevuto il marchio di qualità di “Master of linen”, questo grazie soprattutto al clima umido e freddo, estremamente favorevole, alla presenza del tipo di terreno più adatto e ai secoli di esperienza maturata dai linicoltori della zona.

Caratteristiche, proprietà e benefici

Il lino è una fibra tessile amatissima per le sue caratteristiche:

  • non provoca allergie: questo tessuto è infatti anallergico e battericida, ottimo anche sui tipi di pelle più delicati. Non irrita la pelle. È antistatico, antistress, antiodore, resistente alle radiazioni elettrostatiche e ai raggi UV.
  • resistenza: il lino è una fibra davvero molto resistente, che non si rovina con ripetuti lavaggi ma anzi, grazie ad essi acquista maggiore morbidezza, non si deforma né ingiallisce, anzi diventa via via sempre più bianco. Pensate che confrontando questo requisito in relazione ad altri materiali, considerata la grande resistenza alla trazione, esso viene classificato immediatamente dopo gli acciai speciali.
  • termoregolazione: il lino è infatti in grado di donare freschezza (è perfetto per gli abiti estivi) ma al tempo stesso riesce a mantenere costante il calore (dunque va bene anche in inverno)
  • traspirazione: questo tessuto riesce ad assorbire in modo ottimale l’umidità e contemporaneamente a far respirare la pelle; riesce a filtrare anche i raggi UVA

Sostenibilità

È considerata una fibra modello: rispetto alla coltivazione del cotone si risparmiano 650mila metri cubi di acqua e 300 tonnellate di prodotti fitosanitari perché ha bisogno solo dell’acqua piovana e non richiede l’uso di pesticidi, secondo quanto riportato da un rapporto della Commissione europea. L’energia utilizzata per la produzione della fibra è dal 4 al 10 per cento di quella che sarebbe necessaria per la produzione di quelle sintetiche secondo uno studio dalla confederazione europea del lino e della canapa (Celc). Inoltre, le piantagioni assorbono 250mila tonnellate di CO2 ogni anno.

È quindi una fibra ecologica, naturale, la cui coltivazione arricchisce l’humus del terreno, non necessita di pesticidi ed è inoltre riciclabile e biodegradabile al 100% .

Perché vestirsi con il lino?

È un tessuto molto versatile, permette infatti un look elegante, ideale per giacche e camicie, ma anche sportivo perfetto per il tempo libero e le vacanze. È molto confortevole, morbido, e si può utilizzare da marzo a ottobre. Cambiando il peso delle fibre e dei tessuti finali, infatti, si possono ottenere garze finissime ma anche tessuti più pesanti e decisamente autunnali.

Inoltre è una fibra naturale, come il cotone, ma molto più ecologica e sostenibile, e non viene coltivata dall’altra parte del mondo ma in Europa, come abbiamo visto. Praticamente a km0.

È durevole, quindi oltre a soddisfare gli affezionati cronici come la sottoscritta, permette di far durare il capo ben più di due stagioni, quindi torniamo alla sostenibilità e alla minore produzione di rifiuti. È un investimento che dura a lungo.

Infine è un materiale vegano, quindi ideale per chi cerca di salvaguardare gli animali ma cerca un materiale meno impattante del cotone. Qui non ci sono compromessi da fare!

Ma allora perché si vede poco nei negozi? Perché è una fibra che gualcisce molto e molto velocemente, necessita di essere stirato ma non mantiene la piega, per così dire. E qui il mercato si divide: c’è chi lo ama proprio per questo (me inclusa) e chi non lo sopporta proprio. E poi ci sono anche i compromessi, cioè i tessuti misto lino: vengono miscelati infatti a cotone o seta, a volte anche fibre sintetiche. Così si ottengono materiali più stabili, che si stropicciano meno, e che sono spesso lucidi. Ma si perdono anche in parte le caratteristiche che abbiamo citato poco fa.

Come al solito si tratta di compromessi, non trovate?

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