Approfondimenti: tessuti artificiali perfetti in estate.

Ultimo post prima delle vacanze! Ebbene si, per il mese di agosto il blog va in ferie. Almeno lui.

Ma chiudiamo, solo momentaneamente, con il botto e un qualche consiglio per sopravvivere al gran caldo. Che a quanto pare non vuole mollare la presa. E non la mollerà tanto facilmente.

Vi racconto dei tessuti artificiali. Che molto spesso troviamo nei negozi perché sono economi, robusti ma versatili e freschi. E in alcuni momenti storici sono più facili da trovare dei tessuti naturali.

Ora, bando alle ciance, e iniziamo dal principio.

Tessuti artificiali: cosa sono?

Le fibreartificiali sono quelle fibre create con materiali di origine naturale miscelate a sostanze sintetiche o chimiche.

Vengono spesso confuse con le fibre sintetiche, ma si distinguono da queste poiché utilizzano una parte di materiali naturali.

Questi materiali naturali possono essere formati da cellulosa, o proteine derivate da elementi vegetali come piante, orticacee, alimenti, o in alcuni casi dal DNA di animali.

Le fibre artificiali si definiscono anche fibre di cellulosa, fibre cellulosiche, fibre di cellulosa rigenerata, fibre proteiche o materiali bio-based ( cioè interamente o parzialmente composti da biomassa).

La sostanziale differenza tra fibre tessili artificiali e fibre tessili sintetiche risiede quindi nel fatto che le fibre artificiali contengono una buona parte cellulosa o proteine di origine vegetale, mentre le fibre sintetiche contengono esclusivamente sostanze sintetiche derivate per lo più dal petrolio.

Pur utilizzando materiali di origine naturale le fibre artificiali non possono essere definite fibre naturali.

Perché i tessuti artificiali sono consigliati?

Sono tessuti parzialmente naturali, confortevoli, biodegradabili, rinnovabili, e sostenibili. Ne esistono anche di certificate a basso impatto ambientale, prodotte in Europa secondo gli standard della normativa REACH.

Se viene realizzato in pura cellulosa vegetale, l’abbigliamento in fibre artificiali è molto simile alla seta, con le stesse proprietà di comfort, traspirabilità e capacità di assorbimento. E lo stesso aspetto lucente e la stessa capacità di acquisire i colori, che risultano brillanti e saturi.

L’abbigliamento che ne deriva è morbido e delicato sulla pelle, sono l’alternativa più sostenibile ai tessuti sintetici acrilici, poliestere, nylon ecc.

Con le fibre artificiali possono essere realizzati biancheria intima, abbigliamento per uomo donna e bambini, gonne, camicie e abiti da sera, ma anche sport e activewear.

La domanda di abbigliamento in fibre artificiali sta crescendo proporzionalmente alla presa di coscienza delle persone del fatto che i tessuti sintetici non possono essere più il futuro della moda.

Inoltre le viscose non rilasciano microplastiche durante il lavaggio ma microfibre cellulosiche (come del resto i tessuti naturali).

Quando sono sconsigliati?

È vero che non sempre il processo produttivo è eco sostenibile, spesso si impiegano grandi quantitativi di acqua e di sostanze chimiche. E fino all’arrivo del bamboo, pianta notoriamente infestante e quindi molto facilmente reperibile, anche la materia prima vegetale poteva causare impatto ambientale.

L’impatto ambientale è anche legato allo smaltimento corretto o meno delle sostanze chimiche utilizzate nel processo.

E i tessuti che derivano, e di conseguenza i capi, non sono completamente biodegradabili. Il loro ciclo di vita finisce negli appositi contenitori per lo smaltimento di abiti usati, o nella raccolta indifferenziata.

In alcuni casi, se non miscelate con altre fibre, è possibile riciclarle, ma le aziende che si occupano di questo processo sono pochisime in Europa.

Ma quali sono questi tessuti?

Leggete le etichette. Soprattutto per la viscosa pura cellulosica, che se è di elevata qualità è praticamente indistinguibile al tatto dalla seta. Infatti è detta anche seta vegetale. Ma anche per le altre fibre come il modal, meglio sempre affidarsi alle etichette. E po con l’esperienza il resto verrà da se.

Le fibre tessili artificiali ricadono sotto il cappello delle Viscose.

Tessuti artificiali di origine vegetale

Viscosa: è una fibra artificiale realizzata miscelando cellulosa vegetale a composti chimici; è una fibra tessile che utilizza una parte di materia prima di origine naturale ed una parte di sostanze chimiche sintetiche, e che si ottiene attraverso diversi processi chimici.

È chiamata in modi differenti a seconda della materia prima naturale utilizzata. Per lo più vengono utilizzati alberi, piante, frutti, o altri materiali di origine vegetale.

Esistono però due principali tipologie di viscosa:

  1. Cellulosica
  2. Proteica

La fibra di viscosa cellulosica viene estratta dalla cellulosa di origine vegetale, mentre la fibra di viscosa proteica viene estratta da proteine di materiali di origine vegetale, animale, oppure da scarti della produzione alimentare.

Modal : è una fibra tessile artificiale ottenuta dalla filatura della cellulosa estratta da alberi di faggio. Originariamente è stata sviluppata in Giappone nel 1951 e commercializzata sotto forma di “seta artificiale”.

Rayon: questa fibra viene comunemente estratta dalla polpa di legno di alberi vari, senza averne uno specifico come invece accade per il modal.

Lyocel: è una fibra estratta dalla cellulosa della pianta di eucalipto. È una viscola per lo più prodotta in modo ecologico o a basso impatto ambientale.

Orange Fiber: è la prima fibra al mondo ad essere estratta da scarti della produzione degli agrumi. Un’idea Made in Italy che nasce in Sicilia.

Tessuti artificiali di origine animale.

Lanital: è una fibra commercializzata fra il 1937 e la fine della seconda guerra mondiale, una fibra autarchica tratta dalla caseina, la proteina del latte. Viene classificata come una fibra proteica ed ha una struttura molecolare molto simile alla lana, con risultati vicini anche per calore, morbidezza e mano tessile. Presenta anche il vantaggio di essere poco attaccabile dalle tarme. È tuttavia poco resistente all’usura

Quindi, tirando le somme dopo questi tre articoli, quali tessuti è meglio prediligere? Sicuramente la prima scelta va ai tessuti naturali, lino, cotone, canapa, seta e lana se non siete vegani.

Ma una ottima alternativa sono le viscose, di derivazione cellulosica e di alta qualità sono traspiranti e fresche, resistenti, più facili da reperire e più economiche.

Da evitare il più possibile, invece, i tessuti sintetici, perché come abbiamo detto alla fine è plastica e non lascia traspirare il corpo. Quindi trattiene calore e ci fa stare caldi, umidi, favorendo l’origine di batteri, funghi e quindi cattivi odori.

Bene, la rubrica salva caldo finisce qui, spero di esservi stata utile, ma ci rivediamo a settembre con nuovi approfondimenti.

Buone vacanze, e se potete, riposate!

PS: Se poi vi viene voglia di continuare la lettura vi lascio il link ad un mio articolo passato ma sempre valido sulla viscosa: che cosa ho addosso se mi metto della viscosa?:

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